| Halò! Benvenuti tutti alla nuova discussione su un poeta comico moderno venuto a galla con Zelig! (E' quello del titolo, non mi ripeto...) Ora ne ho trascritte due con note (che professionalità, eh?) e poi ne metterò una terza, utte tratte da registrazioni delle ultime 3 puntate. Io ho internet lento, per cui se qualcuno ha pazienza di andare su Youtube e trascriverne qualcun'altra, ci fa felici tutti (questo perché non trovo alcun testo su internet...) Buon acculturamento!
La sagra del fungo trifolato
Stasera, a lo paesel dove son nato, v’è un rito cultural di storia intriso: la sagra de lo fungo trifolato. M’agghindo, e a tolettar vo ‘l pube e ‘l viso; quand’ecco al mio portal qualcun toc tocca. “Chi è là?”, domando al suon. “Son Claudio Biso!” “Oh, avansa mio compar d’implume scocca! (1) Sei pronto ad affrontar cibi e bevute?”. “Son pronto amico mio… ma c’è la gnocca?” “Vedrai, ve ne saran di mai vedute, che al solo tuo mirar cadran voliose”. “Già so che intende andar per prostitute”. Marciando a quel paesel per vie tortuose In piazza ci imbattiamo in dolce dama. “Buongiorno!” dissi a lei; lei non rispuose.(2) “Buon segno, mio compar, ella ti brama; Esprimile ardor tuo… ma a modo, bada!”. “Scusommi, gran gnoccon, come si chiama?”. “Vanessa è il nome mio, muy encantada. Ringrazio a tutti quei che m’han costretto A fare, mio malgrado… esta minchiada!”.(3) “E’ un tipo intellettual, per te è perfetto! D’iberica beltà suo cuore gronda; peraltro è generosa in zona petto”. “Peccato che a cantar dicon sia immonda”. “Cavrones! Vado via, se no v’accoppo, a te e a sto maniacon de l’altra sponda!” “Mi pare che a costei non piaci troppo… Ma andiam, che il mondo è pien di cose belle”. “Sbattiam’ci i genital di questo intoppo!”. E quindi uscimmo a riveder le stelle.
1. “Implume scocca” vuol dire “dalla carrozzeria senza piume”; allude alla testa calva di Claudio Bisio. 2. Questo verso è per intero narrato da Claudio Bisio; al seguente riprende Maurizio Lastrico. 3. L’allusione è ovvia… da notare che se si sostituisce “esta minchiada” con “la puttana”, sono comunque rispettate le 11 sillabe.
Il calcetto del Giovedì sera
Domenica, al Signor, per suo precetto, tributo, a lui onoranze in Santa Messa; Ma or ch’è giovedì si fa il calcetto. Ai tempi giovanil fui gran promessa, mio padre preannunziommi gran carriera; poi in figa e spinellar s’è compromessa. Al campo ci troviam ch’è tarda sera, e tal come Mosè fece con l’acque li chiari dividiam dai maglia nera. Ma Amilcare Santin, che punta nacque, fu eletto il sorteggion guardian di porta, e par dal bestemmion che non gli piacque. Principia il partiton con foga molta; dribbland’io me ne vo, Mercurio alato; ma al quinto mi vien su la sachertorta. Sul plastico terren truccato a prato Arranco e all’ingegner fo un assist d’oro; ma egli, nel calciar, sminchia al crociato.(1) “Aiuto! Barellier, sto male, muoro!” Implora l’ingegner, fermando il giuoco. “E’ tanto che aspettiam, fumiam Marlboro”. Lo ghiacciano con spray, ma serve a poco. Ah, tragico il final di sua carriera, tal quale a Pier Pelù col Toro Loco!(2) Ripreso il partiton, chiamo la sfera: “Son libero! Orco can!” e arriva il crosso Che sparo in diagonal su la corriera; rimbalza lo pallon e va nel fosso. A prenderlo m’avvio, zitto e spedito, temendo un grandinar di mani addosso. Va beh, da giovedì mi do al cucito.
1. Ovvero si auto-calcia in quel punto che noi tutti conosciamo. 2. I Litfiba, gruppo musicale con leader Piero Pelù, si sono sciolti dopo l’ultima canzone, “El toro loco”.
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